
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
"Non è che siamo troppo intelligenti per imparare, è che impariamo in modo diverso."
Albert Einstein
"L'ADHD non è un limite, ma una modalità unica di percepire e interagire con il mondo."
Le persone con ADHD spesso hanno una capacità di pensare in modo non convenzionale, di essere ipercreative e di affrontare problemi da angolazioni uniche.
Tuttavia, questa modalità di pensiero può essere vista come una risorsa piuttosto che come una difficoltà, se supportata adeguatamente.
Non etichettare l'ADHD come un "limite", ma riconoscilo come una caratteristica che, se ben compresa, può portare a risultati straordinari in contesti che valorizzano la creatività, l'adattabilità e la capacità di pensare fuori dagli schemi.
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è uno dei più frequenti disturbi del neurosviluppo che colpiscono bambini e adolescenti. La condizione è caratterizzata da un modello persistente di sintomi comportamentali, tra cui disattenzione, iperattività e impulsività ed è associata a compromissione del funzionamento sociale e scolastico. Le persone con ADHD presentano un deficit di inibizione dell’autoregolazione mostrando importanti difficoltà a controllare sia gli stimoli interni che quelli esterni. Queste caratteristiche compromettono notevolmente lo svolgimento delle attività quotidiane che spesso non vengono portate a termine e rendono l’operatività del soggetto confusionaria e disorganizzata.
Come è possibile intervenire?
Intervento individuale sul bambino: farmacologico e psicoeducativo
Intervento sui contesti scuola e famiglia.
È necessario sottolineare che un intervento non esclude l’altro e, allo stesso tempo, non sempre gli interventi vanno effettuati tutti contemporaneamente. La terapia farmacologica non è sempre necessaria, tutte le azioni devono essere adattate all’età del bambino, al suo funzionamento, alla gravità dei sintomi e al contesto.
L’intervento clinico prevede una serie di azioni messe in atto direttamente sul soggetto coinvolto in quanto protagonista del suo processo evolutivo e di sviluppo.
Il lavoro educativo richiede, inevitabilmente, il coinvolgimento di figure adulte di riferimento, che possono influenzare le circostanze ambientali, allo scopo di migliorare il comportamento del bambino in quel determinato contesto.
L’approccio proposto può essere multidisciplinare, al fine di aiutare i genitori e il personale scolastico ad apprendere modalità, strumenti e metodologie utili ad imparare, a prevenire e a rispondere efficacemente a comportamenti caratteristici dell’ADHD e del disturbo comportamentale come l’interruzione, l’aggressività, l’abbandono dello svolgimento dei compiti e il mancato rispetto delle richieste e delle regole.
Il lavoro individuale con il bambino rientra in un intervento volto all’apprendimento di strategie cognitivo – comportamentali necessarie al buon funzionamento del soggetto e al potenziamento di tutte le funzioni esecutive.
Gli elementi coinvolti nel potenziamento individuale sono:
– L’organizzazione dello spazio e dei materiali
– Il tempo
– L’attenzione e la concertazione
– L’impulsività, l’autocontrollo e l’autoregolazione
– La regolazione emotiva
In questo caso le strategie adottate mirano alla formazione di «abitudini mentali» che vengono attivate quando ci si trova di fronte ad un problema di cui non si conosce la soluzione. Sono dei modi di agire che consentono di apprendere continuamente.
Formare delle abitudini mentali diventa una strategia molto efficace.
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